Secondo le stime, una persona su cinque al mondo vive con una disabilità, un dato destinato ad aumentare, a causa dell’invecchiamento della popolazione e il miglioramento delle condizioni sanitarie.
Cosa ci raccontano questi dati? Indubbiamente ci mettono di fronte ad un fenomeno che non possiamo permetterci di sottovalutare: la disabilità entrerà in maniera capillare nelle nostre vite come è avvenuto con la digitalizzazione e questi due elementi dovranno imparare a coesistere.
Oggigiorno possiamo guardare il digitale come al motore della trasformazione economica, ma senza accessibilità, rischia di diventare solamente uno strumento in grado di acuire il GAP già ampiamente esteso tra persone con disabilità e non.
Se il contesto sociale è proiettato verso la valorizzazione delle differenze, le imprese devono guardare all’abbattimento delle barriere di qualunque tipo; L’obiettivo non è adempiere ad un obbligo di legge, ma cogliere un’opportunità concreta di crescita e innovazione.
Talvolta ci dimentichiamo che caratteri poco leggibili, contrasti insufficienti o assenza di sottotitoli rappresentano ostacoli concreti per le persone, ma il loro semplice ed economico utilizzo consentirebbe alle aziende di avvicinarsi bacino di pubblico più ampio, migliorare la propria reputazione aziendale e offrire una user experience decisamente più brillante.Le persone con disabilità sono anche consumatori e hanno gusti ed abitudini che cambiano nel tempo: se iniziassimo a guardare all’inclusione come leva strategica, potremmo affiancarla al valore intrinseco della stessa.