Spesso sentiamo parlare di Bias, ma cosa sono? Gli HR ne sono in qualche modo immuni durante il processo di selezione?
Facciamo un po’ di chiarezza spiegando in primo luogo cosa si intende per bias, possiamo definire bias cognitivi delle scorciatoie mentali inconsapevoli, che il cervello utilizza per risparmiare energia nel prendere decisioni rapide.
Tutti quanti siamo soggetti a Bias cognitivi, anche il professionista più integerrimo potrebbe cadere nella loro rete.
I Bias sono subdoli, possono manifestarsi in vari momenti cruciali: selezione, valutazione delle performance e promozione, gli HR Manager, se non coscienti di questi meccanismi, rischiano di compiere scelte discriminatorie che compromettono la meritocrazia e l’inclusività.
Per citare solo alcuni dei Bias che potrebbero comparire, vi sono: il bias di conferma, che cerca solo informazioni che confermano le proprie convinzioni, e il bias di gruppo che favorisce chi è simile a noi, in casi come questi il rischio di effettuare, anche involontariamente, delle discriminazioni è alto.
Ma dobbiamo “subire” gli stereotipi?
Per fortuna no, le neuroscienze mostrano che il cervello può essere “ri-allenato” per ridurre in modo importante l’impatto di questi automatismi; una formazione continua sui pregiudizi inconsci è essenziale per aumentare la consapevolezza e aiutare gli HR a prendere decisioni più oggettive.
L’esistenza dei Bias non ci deve spaventare, ma è una dei tanti elementi che ci mettono di fronte al funzionamento della mente umana, l’importante è averne consapevolezza, confrontarsi tra pari, prendere decisioni lentamente e non aver paura di rivalutare decisioni già prese.